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Truffa delle orecchiette, protesta stomachevole a favore di telecamera: la pasta fluo non si tocca

16 Novembre 2024
– Autore: Antonio Loconte
16 Novembre 2024
– Autore: Antonio Loconte

Una protesta stomachevole a favore di telecamera. Giusto il tempo di qualche scatto e interviste senza contraddittorio per ritornare a riallestire i banchi delle “orecchiette fatte in casa” di colori improponibili. Una tonalità di verde, giallo e rosso da brividi. Le “Signore” dell’Arco Basso, a Barivecchia si prendono la scena a suon di moine, con l’aiuto di certa stampa e di trasmissioni televisive di intrattenimento. Da qualche giorno non si parla d’altro. Il guaio è che il problema vero, quello della truffa ai danni dei turisti, sta passando in terzo piano. Intanto nessuno straccio di controlli, con la scusa che le orecchiette colorate sono sparite dai radar. Le immagini che vi proponiamo sono state girate oggi alle 13.

Non ci vuole molto a capire quanto in realtà le orecchiette fluo, insieme a tutti i prodotti dei supermercati di strada, continuino a campeggiare accanto ai banchi da lavoro. E in attesa dei controlli, che probabilmente non ci saranno mai, le “Signore”, per qualcuno simpatiche nonnine sui quali s’è scatenato l’eccessivo accanimento di chi non ha altro a cui pensare, stanno rigirando la frittata. Una manovra comunicativa di alta scuola, un po’ come quelle che, a spese di tutti i contribuenti, le hanno portate in cielo. Secondo quando siamo riusciti a sapere nell’imbarazzo generale, pare che le pastaie abbiano firmato un accordo con un’azienda specializzata, alla quale è stato dato il compito di preparare il disciplinare. Una specie di lasciapassare in attesa del quale si può continuare a fare come si è sempre fatto, con la scusa dei lavori di adeguamento in corso. Chissà cosa succederebbe se una delle autorità preposte, magari la Asl, si metta di traverso. Riflettendoci, però, perché dovrebbe mettersi di traverso avendo finora chiuso gli occhi come chiunque altro?

Nel frattempo sta passando il messaggio che noi siamo il nemico numero uno, come se volessimo cancellare la tradizione con un colpo di spugna. Come se a noi e a quelli che la pensano come noi faccia piacere la minaccia, nemmeno troppo velata, di vedere il centro storico di Bari piombare indietro di 30 anni, quando non ci si poteva neppure affacciare in quei vicoletti. Come sempre distorcere la realtà è il metodo migliore per riuscire a raggiungere i propri obiettivi a scapito del bene comune, dell’immagine di un’intera città, rovinata da quelle stomachevoli orecchiette, non certo dalle nostre denunce.