Anche quest’anno a Turi esplode l’emergenza dei lavoratori immigrati impegnati nella raccolta delle ciliegie. Tempo vi avevamo raccontato delle condizioni in cui vivono i migranti che si occupano delle varie raccolte. Persone costrette a vivere nella sporcizia perché senza un posto adatto in cui stare. Per questo la Regione aveva messo a disposizione dell’amministrazione comunale circa 160mila euro per allestire la cosiddetta foresteria. “Invece somiglia più ad un campo profughi improvvisato” sottolinea Anna Lepore, segretaria generale Flai Cgil Bari.
“Si tratta di gazebo di plastica della misura di 4×4 mq assolutamente privi di qualunque accessorio o arredo che possa renderli abitabili. Infatti all’interno dei gazebo è presente solo una pedana di legno sulla quale i lavoratori hanno sistemato materassi di fortuna donati dalle associazioni o semplicemente delle coperte sulle quali dormire. Sono presenti i servizi igienici e le docce, che però risultano insufficienti in quanto la struttura di accoglienza era stata programmata per ospitare un numero massimo di 120 persone, mentre al momento ne ospita 185 e nella zona circostante, sistemati in piccolissime e precarie tende da campeggio, sono presenti altre 350 persone alle quali l’associazione che gestisce il campo consente di utilizzare i servizi igienici e le docce interne.
Non è nemmeno prevista la presenza di una postazione di cucina, per cui i lavoratori sono costretti ad utilizzare fornelli a gas per prepararsi il cibo all’esterno del campo, correndo il rischio di incidenti come quello che è avvenuto qualche giorno fa con l’esplosione di una bombola che ha causato ferite ed ustioni al lavoratore che la stava utilizzando”.
“La situazione – sottolinea la segretaria generale – è quindi estremamente precaria, non solo per l’inadeguatezza della struttura messa a disposizione dei lavoratori, ma soprattutto perché ospita un numero di persone più che raddoppiato rispetto a quello previsto inizialmente, e quindi è impossibile garantire agli ospiti i servizi essenziali, come è accaduto ieri quando si è esaurita la riserva di acqua nelle cisterne ed è stato necessario un intervento urgente dei tecnici dell’Acquedotto Pugliese e delle Protezione Civile, allertati dalla Sindaca e dagli uffici di Presidenza della Regione Puglia, che hanno installato una cisterna aggiuntiva di 5000 litri per assicurare la continuità dei servizi igienici”.
“La cosa che lascia più attoniti è che i lavoratori ospiti del campo, per una ordinanza del commissario prefettizio che ha retto l’amministrazione comunale fino al 2019, pagano una “tassa di soggiorno” di un euro al giorno al Comune di Turi, tassa che la sindaca si è impegnata ad abolire da subito. Ogni anno la raccolta delle ciliegie richiama a Turi manodopera immigrata e non è accettabile quindi che l’arrivo dei lavoratori diventi una emergenza. La Sindaca di Turi con la Flai CGIL di Bari e la Flai Cgil Puglia ha incontrato i lavoratori nella cosiddetta “foresteria”, e si è impegnata a convocare con la massima urgenza tutti i soggetti interessati al fenomeno, a partire dalle aziende agricole che per contratto dovrebbero garantire l’ospitalità ai lavoratori stagionali, ma molto spesso non garantiscono nemmeno il rispetto del contratto collettivo nazionale e provinciale di lavoro”.
“La Flai Cgil di Bari, insieme alla CGIL Bari chiederà al Prefetto del capoluogo di convocare con urgenza le organizzazioni sindacali, le organizzazioni datoriali e le amministrazioni comunali di tutti i comuni coinvolti nella gestione del lavoro stagionale in modo da avviare da subito la programmazione di interventi strutturali, a partire dall’utilizzo dalle risorse rivenienti dal PNRR, per far sì che l’arrivo dei lavoratori stagionali non sia più vissuto come un’emergenza” conclude la Lepore.