È di oltre 700mila euro il valore dei beni posti sotto sequestro dalla Guardia di Finanza di Bari, in collaborazione con i carabinieri del Ros, nei confronti di Pasquale Ricucci, ucciso l’11 novembre del 2019 in località Macchia a Monte Sant’Angelo, sul Gargano. Si tratta di beni immobili, fabbricati e un compendio aziendale.
Come spiega la Finanza l’esecuzione del provvedimento rappresenta l’epilogo di complessi accertamenti, ai sensi della normativa antimafia che consente l’adozione di misure patrimoniali anche quando il soggetto destinatario della loro applicazione muoia prima dell’instaurazione del procedimento di prevenzione nei confronti dei successori a titolo universale. Pasquale Ricucci era ritenuto al vertice del clan Ricucci-Lombardi-Romito. Secondo quanto emerso, Ricucci aveva una particolare capacità intimidatoria verso quanti operavano nel settore agricolo e dell’allevamento del bestiame. È stato ritenuto responsabile anche di numerosi furti, ricettazione, truffe ed estorsioni.
Un sequestro di beni post mortem che comprende anche i contratti di compravendita dei beni, nonché numerosi altri atti pubblici che hanno interessato nel tempo l’intero nucleo familiare verificando poi, per ogni transazione, le connesse movimentazioni finanziarie sottostanti alla creazione della provvista economica. Ricucci, al momento del decesso, aveva disponibilità di un complessivo valore sproporzionato rispetto ai redditi dichiarati dallo stesso e dai soggetti con lui conviventi.