“Sono un ex lavoratore interinale degli uffici immigrazione a Bari e il mio contratto è scaduto il 31 dicembre 2022, dopo 1 anno e mezzo di lavoro ed esperienze acquisite. Oggi gli uffici della Questura e della Prefettura continuano a lavorare sottorganico con ovvie ripercussioni sull’utenza che vede così rallentato tutto l’iter per la legalizzazione sul suolo italiano o il rilascio/rinnovo del permesso di soggiorno”. Inizia così la denuncia inviata in una lettera alla nostra redazione da parte di un ex lavoratore interinale degli uffici immigrazione a Bari. Un caso che non riguarda solo il capoluogo pugliese, ma tutta l’Italia.
“A tre mesi dalla scadenza del contratto non è arrivata alcuna comunicazione. Il bando, che avrebbe dovuto salvare i 408 lavoratori dalla questura, non è mai uscito, anzi la manifestazione d’interesse che lo aveva preceduto è stato ritirata come da comunicazione del 6 febbraio 2023 – aggiunge -. Il 13 febbraio è stata pubblicata una nuova manifestazione di interesse, divisa in due lotti, per 550 unità da impiegare presso le Questure e 570 presso le Prefetture. Non c’è però alcun riferimento all’inserimento della clausola sociale, né tanto meno alla possibilità di attingere da personale con esperienza nello stesso settore. Ad oggi, nonostante fosse indicato il primo marzo come data presunta dell’uscita del bando, non è successo ancora nulla”.
“Neanche i recenti fatti di cronaca come la Strage di Cutro e i sempre più numerosi sbarchi sembrano aver provocato un’inversione di rotta alla politica di questo Governo e alla drammatica situazione dei richiedenti asilo – conclude -. Vista la sensibilità sull’argomento, vi chiediamo di accendere di nuovo i riflettori su questa problematica per porre la situazione di estrema difficoltà per gli stranieri ma anche per noi ex lavoratori”.