La situazione al rifugio comunale Ada Onlus di Bari è drammatica nel vero senso della parola. I riflettori delle Istituzioni sembrano essere spenti su questa realtà. “Abbiamo vinto una battaglia durata sei anni in Tribunale, il Comune ha perso l’appello per il decurtamento del fitto di 6700 euro che prelevava dal contributo già vergognoso di un euro per cane. Il fitto non lo paghiamo più dopo 6 anni, è stata una grande vittoria per la nostra associazione. Anche altre associazioni ne hanno beneficiato – spiega una referente -. Non stiamo prendendo più cani, abbiamo un’ordinanza del Sindaco datata almeno 15 anni fa nel quale si dice che le associazioni non devono prendere più i cani. Un’ordinanza che dovrebbe valere anche per i canili, il sanitario può tranquillamente cani randagi accalappiati. Sappiamo che i randagi sono del Sindaco, se lui è responsabile degli animali che vivono nei canili comunali, possiamo fare anche un passo indietro. Ma fino al momento che ogni cane viene gestito con un euro, è impossibile andare avanti in questa maniera. Non faremo un passo indietro anche se c’è una diffida che il Comune di Bari ci ha inviato tramite Pec, dove ci obbliga a prendere cani accalappiati per strada. Se il Sindaco ci dà un piano per come gestire i cani con un euro, siamo pronti a parlarne. Ci autotassiamo da anni per farli sopravvivere, grazie alle donazioni dei nostri cittadini baresi. Abbiamo ogni giorno a disposizione un euro per comprare cibo, medicinali, per pagare i veterinari e derattizzare il canile. Abbiamo scritto più volte al Comune, ma le risposte sono sempre negative. Siamo stanche di dover combattere contro questa Amministrazione”.
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- di: Raffaele Caruso
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