“Mi viene da piangere. Come fai a fare l’uomo? L’uomo lo fai se fai qualcos’altro, se hai una crisi come devi fare? Devi metterti nei casini? Vogliono fare la guerra contro i poveri, venissero contro di me a farla. Venissero a vedere la mia situazione, venissero a fare i conti con la realtà”. È lo sfogo di Andrea che, assieme alla moglie Donatella e i due figli di 11 e 15 anni, vive in una casa che si trova in una fabbrica abbandonata a Modugno. I suoi genitori facevano i guardiani all’epoca e hanno vissuto lì per diverso tempo. L’azienda è fallita ed è stata riacquistata, i nuovi proprietari hanno fatto sapere ad Andrea di dover andarsene. “Nelle condizioni in cui ci troviamo, non possiamo affrontare niente. E una casa non ce la vuole dare nessuno – continua -. Loro possono andare in una casa famiglia, ma dopo 16 anni di matrimonio non è giusto separarsi. Dobbiamo rimanere tutti insieme. O mi danno un aiuto o qualcosa lo faremo, non possiamo fare l’altro. Nessuno vuole aiutarci”.
Andrea così si trova davanti ad un bivio. Se non troverà un lavoro, sarà costretto a delinquere. “Abbiamo pensato di entrare in una casa popolare vuota e occuparla abusivamente. Io non vorrei farlo. Voglio solo un lavoro, avere uno stipendio, una casa, pagare un affitto – spiega -. Non voglio più avere il reddito di cittadinanza. Ho fatto un sacco di domande, ho lavorato come salumiere e sarei pronto oggi stesso. Potrei insegnare questo mestiere a tanti. Ma posso fare anche altri lavori”. Andrea non ha la macchina e la patente, ma questo non lo ferma. “Non ci sono problemi, potrei spostarmi con i mezzi di trasporto e recarmi sul posto di lavoro”. “Ogni giorno ci svegliamo con dolori allucinanti, non abbiamo più la corrente e la pompa non tira più l’acqua dal pozzo, quel poco che usciva era marrone”, aggiunge Donatella.