Con una tesi di laurea in Lingua e traduzione portoghese dal titolo ‘L’Arte della Diversità: tradurre le culture lusofone’, si è laureato in Lingue e Culture per il Turismo e la Mediazione Internazionale, il primo studente rifugiato afghano, Komeil, 27 anni.
Nel 2018 lo studente si è rivolto al Centro di Servizio di Ateneo per l’Apprendimento Permanente (CAP) dell’Università Aldo Moro di Bari e ha ottenuto la comparabilità del suo diploma di scuola superiore e poi una borsa di studio finanziata dal Ministero dell’Interno e dalla Conferenza Italiana dei Rettori, vedendosi garantito il diritto allo studio e la fruizione di specifici servizi di inclusione accademica e scambio interculturale attivati dall’Università di Bari.
“Voglio continuare a studiare nell’ambito della mediazione e delle relazioni internazionali – dice Komeil – . Il mio sogno è di diventare ambasciatore. Per me l’Università è stato il luogo in cui mi sono sentito integrato, mi ha reso più forte e ho sentito la bellezza della diversità, e che mi ha aiutato a relazionarmi con il mondo esterno”.
“Sono orgoglioso che la nostra Università sia riuscita a costruire un percorso attraverso il quale poter dare a coloro che scappano da situazioni così dolorose l’opportunità di studiare – commenta il rettore Stefano Bronzini – nella speranza di poter contribuire allo sviluppo di un mondo libero e inclusivo”.
Dal novembre 2019, data in cui il rettore dell’Università degli Studi Aldo Moro di Bari Stefano Bronzini consegnò la pergamena di laurea al primo studente rifugiato, altro otto studenti rifugiati hanno completato il loro percorso di studi in UniBa. Da allora altri due hanno conseguito anche il diploma magistrale e altri tre si sono iscritti a un corso di II livello.