Per il gip del Tribunale di Bari, il marchio Primadonna non ha commesso contraffazione del designer Valentino, archiviando così l’inchiesta avviata nei confronti di Valerio Tatarella, amministratore unico dell’azienda produttrice di scarpe e borse da donna, a cui veniva contestato il reato di vendita di prodotti industriali con segni mendaci.
Nel maggio del 2022 sono iniziate le indagini, dopo che la Finanza, in seguito alla querela del brand, effettuò un sequestro di circa 2.700 minibag borchiate, ritenute simili a quelle della casa di moda. I legali di Valentino contestavano la messa in vendita, in alcuni negozi della zona di Milano, di borse identiche a quelle della maison e dunque ritenute riproduzioni non autorizzate. Dato un accordo del 2018, in cui Primadonna poteva utilizzare le borchie piramidali, il marchio barese ha definito sin da subito legittimo il proprio operato.