Era stato già indagato dal Tribunale dei Minori per maltrattamenti in famiglia e resistenza a pubblico e, pochi giorni prima dell’arresto per aver picchiato selvaggiamente un ragazzo di origini senegalesi nel Parco Rossani, la Polizia era stata chiamata dai vicini del 19enne per un litigio furibondo nella casa con cui vive insieme al padre e alla fidanzata minorenne.
Stando a quanto raccolto dalle indagini, il 19enne avrebbe rivolto offese razziste al 24enne italiano per il colore della sua pelle. Prima di sferrargli il pugno che gli ha fatto perdere un occhio, il 19enne lo avrebbe cacciato senza motivo dal parco “invitandolo” a tornare nel suo paese. La vista del sangue pare abbia eccitato il giovane che ha continuato poi a picchiarlo con calci colpendolo alla schiena, testa e costato. Nel frattempo alcune ragazzine della sua comitiva urlavano “Vattene nel tuo paese”.
Una aggressione aggravata dall’odio raziale, come ha sottolineato il gip Anna Perrelli che ha disposto l’arresto ai domiciliari per il 19ene su richiesta del pm Grazia Errede. “Come emerso dal racconto della vittima e dei testimoni, l’aggressione è stata una espressione chiara di un sentimento di discriminazione e disprezzo razziale da parte dell’indagato. Sentimento non solo manifestato e percepibile anche all’esterno, ma evidentemente condiviso anche da alcuni appartenenti alla comitiva dall’indagato che incoraggiavano la vittima a tornarsene al suo paese di origine”.