“L’Azienda ha dichiarato di non voler attivare la Cassa integrazione per transizione occupazionale per la messa in sicurezza dei lavoratori e nello stesso tempo ha rigettato le manifestazioni d’interesse da parte di due nuovi possibili acquirenti, tacciandole per insufficienti e generiche e difatti smentendo quanto dichiarato dal Presidente della Task Force Leo Caroli lo scorso 25 ottobre, giorno in cui si è svolto l’incontro presso il Comitato Sepac, al quale non hanno partecipato i vertici della Baritech perché non hanno ritenuto utile confrontarsi con istituzioni, lavoratori e sindacati”. Inizia così il comunicato della Cgil in merito alla situazione che vede coinvolti 117 lavoratori dell’ex Osram-Baritech. Un atteggiamento da parte dell’azienda definito “cinico, scorretto e irresponsabile”. “Si sono concentrati esclusivamente sul profitto, garantito grazie al lavoro dei dipendenti, che pur di salvaguardare l’occupazione, sono riusciti in un mese ad acquisire le competenze per produrre meltblown, materiale essenziale per le mascherine – si legge nella nota -. In spregio a questi benefici e a quello che dovrebbe essere il principio di responsabilità sociale come recita la nostra Costituzione, scarica i lavoratori non ritenendoli più indispensabili. Con un atteggiamento dilatorio e rigettando sempre il confronto con le organizzazioni sindacali, e anche, a questo punto, nei confronti delle Istituzioni Regionali e del Comitato Sepac presieduto da Leo Caroli, decidono da veri prenditori di mandare a casa 117 lavoratori che hanno un’età media di 50 anni e vivono in un contesto sociale assai complicato per riuscire rapidamente a ricollocarsi”. A partire dall’8 novembre avvieremo una serie di mobilitazioni e presidi per difendere la dignità di questi lavoratori e del nostro territorio, chiedendo a istituzioni, media e politica un interessamento celere sulla vicenda tenendo conto di tutti gli ambiti in questione: economico, produttivo, occupazionale e non ultimo sociale”.
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- di: Raffaele Caruso
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