“Partecipare al concorso pubblico per me alla fine si è dimostrata la mia rovina. Mi sono congedato dalla Marina Militare per aver vinto il concorso e adesso mi ritrovo senza lavoro e con la gente che crede che io abbia fatto qualcosa”. Daniele Mazzoccoli è arrivato al punto di voler rendere pubblica la sua storia per riuscire a trovare delle risposte valide e non campate in aria come accaduto fino ad ora. Il tutto ha avuto inizio nel 2013 quando ha partecipato al concorso pubblico per l’azienda del trasporto locale di Taranto, l’Amat. Dopo un anno di concorso e un anno di pubblicazione della graduatoria, in cui arriva terzo, finalmente nel 2015 viene chiamato per firmare il contratto. “Il 19 novembre io e altri 13 veniamo chiamati per firmare un contratto di apprendistato. Nello stesso veniva sottolineato che saremmo stati seguiti da un tutor e avremmo fatto corsi di formazione, cosa che in realtà non è avvenuta perché non eravamo degli apprendisti, ma in realtà eravamo già formati per lavorare. Il contratto di apprendistato aveva scadenza dopo 3 anni e con tacito assenso sarebbe stato trasformato in contratto a tempo indeterminato. Dopo tre giorni dalla scadenza del contratto, solo a me dei 14 presi con il concorso, il 21 novembre 2018, è stata consegnata a mano una lettera in cui mi veniva comunicato il licenziamento, ma non il motivo di tale decisione”.
“Tramite una lettera del mio legale, ho chiesto al direttore generale dell’Amat la conferma del mio licenziamento. Preso atto di questo, ho deciso di impugnare il licenziamento e di fare causa all’azienda. Purtroppo la giudice ha dato loro ragione e io sono stato condannato a pagare le spese legali che ammontano a 2mila euro. Non avendo ricevuto risposte serie sul perché del mio licenziamento ho deciso di ricorrere al secondo grado e tra un anno avrò la sentenza. Inoltre ho sporto denuncia alla Procura della Repubblica nei confronti dei testimoni chiamati dall’azienda che hanno dichiarato il falso”. Daniele ha sottolineato come i testimoni abbiano raccontato una situazione ben diversa sul luogo di lavoro. “Hanno detto che non lavoravamo mai da soli e che eravamo sempre affiancati. Queste e altre false dichiarazioni che mi hanno fatto passare per un bugiardo”.
“Tutta questa situazione è paradossale. Guarda caso dopo essere stato licenziato, l’Amat fa un secondo concorso dove cerca sempre 10 tecnici ma questa volta con contratto indeterminato. Ho provato a parteciparvi ma sono stato respinto ora per la mancanza di documento, poi per una firma non messa. Ora mi devono spiegare perché sono stato licenziato. Io che arrivavo prima dell’inizio del turno e me ne andavo più tardi. Io che non ho mai chiesto nulla all’azienda dopo che sono stato colpito da una lastra di acciaio dopo l’esplosione di una sospensione ad aria di un pullman. Tutto, secondo me, ha avuto inizio quando ho deciso di candidarmi a Crispiano come consigliere comunale. Guarda caso da quel giorno hanno iniziato col mobbing, addirittura inviandomi una sanzione disciplinare per essermi assentato per andare al funerale di mia cugina, morta improvvisamente di cancro, nonostante avessi chiesto di poter usufruire del giorno di riposo non goduto dopo aver lavorato come rappresentate di lista alle elezioni del 2018. Adesso sono senza lavoro e se mi presento a qualche colloquio ovviamente mi chiedono come mai io sia stato licenziato da un ente pubblico. Pensano che io abbia rubato quando invece ho sempre svolto il mio lavoro. Merito di avere delle risposte”.
Ovviamente noi siamo a disposizione dell’azienda del trasporto pubblico locale di Taranto qual ora volesse dare la sua versione dei fatti in merito a quanto denunciato dall’ex dipendente.