Ci siamo messi sulle tracce di Nanuccio, l’uomo che viveva in un casolare abbandonato in condizioni critiche e la cui storia è l’emblema della lentezza della burocrazia. Dopo i nostri servizi alcuni avevano deciso di murare l’entrata del casolare e per questo Nanuccio, stanco di aspettare che qualcuno gli trovasse una soluzione, era andato via. Lo abbiamo ritrovato nello stesso posto, ma le sue condizioni, una volta uscito, ci sono sembrate subito critiche. “Ho l’asma, non riesco a respirare. Mi sento la febbre”. Lo abbiamo attirato fuori con la scusa del ritiro della patente, ma in realtà ci siamo organizzati per farlo visitare. Una operazione chi ci dicono sia stata tentata quattro o cinque volte ma senza successo. Noi siamo riusciti a fare breccia nel cuore di Nanuccio. Con qualche stratagemma gli hanno eseguito il trattamento sanitario obbligatorio, una visita che avrebbe dovuto fare tempo fa perché è giusto che Nanuccio sia cosciente di ciò che fa. Lo seguiremo passo dopo passo affinché non diventi solo un numero.
Lello e la tana delle tigri, lezioni di pulizia a Debora: a rischio il pranzo da Rocco
- di: Raffaele Caruso
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