Francesca Ferri, l’ex consigliera comunale di Bari arrestata assieme al compagno Filippo Dentamaro per i presunti voti di scambio durante le elezioni comunali a Bari del 2019 e per infiltrazione mafiosa in quelle di Valenzano, ha chiesto di patteggiare la pena a 2 anni e 8 mesi di reclusione. Tre invece gli anni inclusi nella richiesta di patteggiamento di Dentamaro: entrambi puntano ad escludere l’accusa di mafia che da sola prevede una condanna minimo a 10 anni di reclusioni. È quanto si legge nelle due richieste di patteggiamento depositate dai legali della coppia a pochi giorni dall’udienza dove si discuterà il loro eventuale rinvio a giudizio. L’obiettivo è quello di scontare la pena in lavori di pubblica utilità. La palla ora passa alla Procura.
L’udienza preliminare inizierà il 12 maggio, sono oltre 40 gli imputati a vario titolo, tra cui proprio la Ferri e Dentamaro. I due sono accusati a vario titolo di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione elettorale e lo scambio elettorale politico-mafioso. Accuse quest’ultime riferite solo alle elezioni di Valenzano, con il coinvolgimento del boss locale Salvatore Buscemi, affiliato al clan Parisi di Japigia. Per la presunta compravendita di voti per le Comunali di Bari, invece, è coinvolto, oltre a Ferri e Dentamaro, anche l’ex consigliere regionale ed attuale presidente del Foggia Calcio Nicola Canonico.