Le intercettazioni telefoniche e ambientali in cui i protagonisti sono l’ex consigliera comunale Francesca Ferri, il compagno Filippo Dentamaro e Nicola Canonico, presidente del Foggia Calcio ed ex consigliere regionale, sono utilizzabili nell’inchiesta per il presunto voto di scambio avvenuto nelle elezioni amministrative nei Comuni di Bari e Valenzano nel 2019. Al contrario di quelle in cui a parlare sono i “portatori di voti”. Lo ha stabilito il Tribunale che ha rigettato così la richiesta presentata dagli avvocati dei principali imputati. Nel processo sono coinvolte in totale 19 persone.
Secondo la tesi accusatoria la coppia Ferri-Dentamaro avrebbe ideato un programma per favorire la “scalata politica della Ferri anche con modalità illecite”, quello che viene definito “un complessivo disegno criminoso che avrebbe stravolto le regole delle ordinarie competizioni elettorali e leso la libertà del voto”. Per questo le conversazioni in cui emergono gli accordi illeciti, secondo il Tribunale, devono entrare a far parte del processo. Ovvero quando a parlare sono la Ferri, il compagno Dentamaro e Nicola Canonico, estraneo all’ipotesi di voto di scambio mafioso ma “figura di vertice del gruppo e garante del risultato dell’illecita impresa”. Un discorso che non sarà esteso invece ai “portatori di voti”, ingaggiati per “individuare, contattare e reclutare il maggior numero di elettori da cui avrebbero comprato i voti”, riconoscendo tra i 25 e i 50 euro a preferenza.