Anita Maurodinoia, assessore regionale ai Trasporti, è indagata per voto di scambio politico-mafioso. A riportarlo è La Gazzetta del Mezzogiorno. Il suo nome non compare nei primi fascicoli della maxi inchiesta che ha portato all’arresto di 135 persone lunedì scorso, ma gli inquirenti sarebbero sulle sue tracce da diverso tempo.
“Comunque la Maurodinoia ha preso 6.400 voti… se si metteva… ad Emiliano lo sai quanto stavano dando? Vito… 50-70 euro a persona… a voto… e come fai a batterli?”, le parole intercettate di Michele Nacci, primo dei non eletti e candidato in coppia al Comune nel 2019 con Maria Carmen Lorusso. L’assessora, eletta alle Comunali del 2019 e alla Regionali del 2020, viene chiamato in causa nelle intercettazioni, ma non solo. Secondo quanto emerge dall’inchiesta della Dda Tommaso Lovreglio, nipote di Savinuccio, ha raccontato di aver incontrato una volta in un bar al Madonnella e una volta in un ristorante di Altamura la Maurodinoia, insieme al marito Sandro Catalado, di aver preso con loro un caffè e di aver ricevuto anche i saluti per suo padre, Battista Lovreglio, elemento di spicco del clan Parisi. “Sapevano perfettamente chi fosse Lovreglio”, scrive la Polizia.
“Non so assolutamente chi siano, né lui né suo padre. Può essere capitato di stringere la mano di qualcuno di cui ignoro l’identità, ma certamente non ho preso caffè con queste persone”, il commento della Maurodinoia a La Repubblica sulla vicenda emersa nei giorni scorsi. “Dei rapporti tra la coppia e Tommaso Lovreglio nonché Battista, cognato del capoclan ed esponente di vertice del sodalizio, sono emerse evidenze nel corso dell’indagine”, si legge però nella nota inviata alla Procura. E ancora “Quella fra i tre è più di una semplice conoscenza”. Il marito resta coinvolto in un’altra inchiesta sul voto di scambio, dove si mira a verificare se Sud al centro abbia alterato le competizioni elettorali per il Comune di Bari nel 2019 e per la Regione nel 2020.
Il suo nome però non compare, possibile secondo la ricostruzione della Gazzetta del Mezzogiorno che le richieste di proroga del termine delle indagini siano state secretate e che la sua posizione possa essere finita in un fascicolo parallelo a questo.