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Voto di scambio e mafia, la Dda incastra Giacomo Olivieri: “Non aveva pudore si è posto alla pari dei boss”

19 Dicembre 2024
– Autore: Raffaele Caruso
19 Dicembre 2024
– Autore: Raffaele Caruso

“Giacomo Olivieri non aveva pudore e nella ricerca dei voti per la moglie si è posto alla pari dei boss mafiosi”. Queste sono le parole utilizzate dal pm della Dda di Bari, Marco D’Agostino, durante la requisitoria davanti al gup Giuseppe De Salvatore per discutere della posizione dell’ex consigliere regionale, in carcere da febbraio e al centro della maxi inchiesta Codice Interno.

“Non è necessario dimostrare che i voti siano stati ottenuti con violenza o minaccia, basta provare la consapevolezza degli indagati rispetto alla natura mafiosa dei loro interlocutori – le sue parole -. La caratura mafiosa dei soggetti che vengono contattati da Olivieri, Nacci e Lorusso ci consentono di ritenere che le modalità mafiose di riferimento del voto siano in re ipsa quando ci si rivolge ad un soggetto di questo tipo”.

D’Agostino ha poi rimarcato le intercettazioni in cui alcuni degli imputati usano la parola rispetto parlando di Olivieri. “Rispetto significa potere criminale. Significa fama criminale. Significa quindi criminale capacità di intimidazione derivata dall’esistenza del vincolo associativo”, ha aggiunto.

Ma non finisce qui perché D’Agostino ha poi tracciato tutti i legami tenuti da Olivieri con i principali clan mafiosi di Bari. Nelle conversazioni l’ex consigliere regionale utilizza “un linguaggio tipicamente mafioso”. “Emergono accordi chiari sul reperimento dei voti, accompagnati dalla promessa di favori economici e lavorativi in cambio del sostegno elettorale”, ha sottolineato D’Agostino.