I carabinieri hanno perquisito la villa a Triggiano di Anita Maurodinoia, indagata per il reato di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione elettorale, commesso in concorso con il marito Alessandro Cataldo (finito ai domiciliari) e con altre persone, tra cui il sindaco di Triggiano (sospeso) Donatelli (anche lui ai domiciliari). Le dimissioni dalla carica di Assessore regionale ai Trasporti è arrivata poco dopo la perquisizione. Sono stati acquisiti documenti e sequestrati telefoni e computer. Il consulente informatico nominato andrà a caccia di mail, messaggi e chat in relazione alle elezioni del 2019 (Comunali di Bari), del 2020 (Regionali) e del 2021 (Comunali di Triggiano).
Ma non solo perché si analizzeranno anche i messaggi scambiati negli ultimi 37 giorni, dopo il maxi blitz del 26 febbraio dell’inchiesta Codice Interno, che ha portato all’arresto di oltre 130 persone, in cui la stessa Maurodinoia resta indagata per voto di scambio. Dalle intercettazioni di Giacomo Olivieri e di persone vicine ai clan il nome dell’ex assessore regionale (rimasta in Consiglio regionale dopo essere uscita dal Pd come indipendente) esce fuori durante le intercettazioni. Tra queste le parole di Tommaso Lovreglio, nipote del boss Savino Parisi, in cui raccontava di aver incontrato la coppia Maurodinoia-Cataldo e di aver passato alcuni momenti con loro.